La sua origine risale a circa 6000 anni fa, all’epoca delle piramidi egizie e dellle fertili valli mesopotamiche. Purtroppo, essendo un grano alquanto difficile e laborioso da coltivare, con la scomparsa della cultura egizia, venne abbandonato o comunque coltivato raramente. Ad esso si preferivano coltivare altre varietà di grano, con rese più elevate e maggior resistenza alle malattie.
Soltanto nel secolo scorso, a cavallo tra gli anni '30 e '40, si è riscoperto questo grano favoloso. Anche se il boom di acquisti di alimenti al kamut si è avuto principalmente a partire dagli anni '70, ad opera dell'agronomo e agricoltore statunitense Bob Quinn, che ha ripreso la coltivazione del grano kamut su larga scala. Fu lo stesso Queen a dare il nome di kamut, antica parola egizia che significa grano.
Il kamut ha caratteristiche nutrizionali molto interessanti, infatti, confrontandolo con altri cereali, si osserva una quantità maggiore di elementi minerali. Molto importante la cospicua presenza del Selenio, un oligoelemento ad azione antiossidante indispensabile. Non solo sali minerali, il kamut si caratterizza anche per l'ampio contenuto lipidico e quindi un notevole apporto energetico all'organismo.
Si dice che l'eccezionalità di questo grano sta nel suo patrimonio genetico, rimasto inalterato da millenni. Infatti il kamut non è mai stato sottoposto a manipolazioni genetiche, selezioni o incroci varietali.
Anche se la qualità nutrizionale che spicca fra tutte è senz'altro il suo contenuto proteico, superiore del 40% rispetto a quello del frumento, che lo rende un alimento saziante adatto per le diete ipocaloriche.
Ecco sette motivi per amare il kamut: